Primo appuntamento con la rubrica Visti per voi, a cura del team dell’Istituto Europeo di Psicotraumatologia e Stress Management (IEP) è con il docufilm My octopus teacher (2020), la toccante amicizia tra un umano e una cefalopode tra i fondali sudafricani. Alla scoperta dei benefici di una pet-therapy non convenzionale, con la dottoressa Silvia Pittini e la nostra Sally, la tartaruga co-terapeuta IEP.
My octopus teacher – Scheda del film
Titolo Originale: My octopus teacher (Il mio amico in fondo al mare)
Genere: Docufilm
Durata: 85 min
Anno: 2020
Paese: Sud Africa
Lingua: Inglese
Regia e trama: Pippa Ehrlich, James Reed
Produttore: Craig Foster
Compagnia di Produzione: Netflix
Musica: Kevin Smuts
Protagonisti: Craig Foster, Tom Foster, la polpa e l’oceano
Premi: Miglior documentario alla 93a edizione dei Premi Oscar
UN LEGAME DI ATTACCAMENTO OLTRE LE NATURALI BARRIERE
A cura di Silvia Pittini
Psicologa Psicoterapeuta Specialista in Psicoterapia dell’adolescenza – Consulente IEP
Perché guardare My octopus teacher?
Perché My octopus teacher ci insegna che le possibilità di incontro tra l’uomo e gli altri esseri viventi non hanno limiti o barriere e che le uniche cose che contano in qualsiasi relazione sono la comprensione e il rispetto.
L’invito che vi tendiamo è di guardare a My octopus teacher come a una universale allegoria delle relazioni di accudimento e di cura.
Che cosa ci ha colpito come team IEP
Avreste mai pensato che possa esistere un’interazione emotiva tra un umano e un mollusco? Credo di no: la maggior parte di noi ‘interagisce’ con vongole, cozze e polpi, quando, in tavola, ne gusta un piatto.
State attenti quindi perché dopo avere visto My octopus teacher, potreste voler scegliere di rinunciare a cibarvene.
Il documentarista Craig Foster ci mostra, infatti, di quale altra natura possa essere lo scambio tra un umano e un cefalopode. Immerso nelle acque dell’Oceano sudafricano, Craig – che è anche protagonista del documentario – reduce, ma non ancora del tutto ristabilitosi, da un periodo di grave depressione, incontra un polpo vulgaris femmina, ne è incuriosito e, con toccante dedizione, decide di dar vita a una lunga serie di incontri quotidiani che dureranno circa un anno e dai quali sboccerà, prima, un’appassionata interazione naturalistica e poi, un autentico legame affettivo.
Lo spettatore assiste così alla straordinaria e commuovente nascita di un’affinità tanto insolita quanto spontanea e paradossalmente natural fra Craig e una polpa.
Per chi, come noi, è impegnato quotidianamente a intessere relazioni di cura con persone in difficoltà è potentemente istruttivo e utile, anche se in parte perturbante, scoprire come da un incontro tra esseri e mondi tanto lontani possano derivare forme di reciprocità e corrispondenza emotivamente importanti e ci fa riflettere sull’universalità dei modi in cui si manifesta l’attaccamento affettivo.
Il film in breve
My octopus teacher racconta la storia di un’amicizia tanto inusuale quanto straordinaria tra un subacqueo filmmaker e un polpo selvatico femmina.
Craig Foster, a seguito di una grave crisi esistenziale, decide di reimmergersi nelle acque del Capo delle Tempeste, più comunemente noto come Capo di Buona Speranza, dove i due Oceani, il Pacifico e l’Indiano, impattano tra loro rendendo tanto la navigazione quanto le immersioni, da sempre, difficoltose e non prive di pericoli. Lì, dove cresce sott’acqua la meravigliosa foresta di kelp ogni giorno – per quasi un anno – Craig si immergerà in apnea, senza muta né altri presidi subacquei per incontrare la polpa senza barriere e per poter entrare nell’oceano come uno dei suoi abitanti.
Le oltre 3000 ore di girato testimoniano le peculiarità morfologiche, interattive e comportamentali del mollusco e ne raccontano la vita dal giorno dell’incontro con Craig alla morte, successiva alla schiusa delle uova, così come il suo ciclo di vita da sempre prevede.
Del cefalopode il filmaker ci fa scoprire l’attitudine alla metamorfosi, l’astuzia strategica nella caccia, le abilità di fuga, le competenze di autoguarigione, la disponibilità al sacrificio per la propria prole e molto altro ancora.
Parallelo alla storia di vita e di legame uomo-polpa scorre in questo docufilm il tema della salvaguardia dell’ecosistema marino.
La polpa è stata non solo un oggetto d’amore, ma anche un oggetto ponte tra l’uomo e l’ambiente oceanico. Craig, in parallelo all’attaccamento al mollusco sviluppa un sentimento di rispetto e di appartenenza al contesto di vita del cefalopode.
Faccio tesoro di ogni momento passato con lei. Mi ha offerto una chiave di accesso, un privilegio unico nella vita, e offerto uno sguardo nel cuore della natura selvaggia. Ha cambiato la mia vita. (Craig Foster su Nature in Focus, da cui è tratta l’immagine sotto)
LA NATURA UNIVERSALE DI ALCUNI PATTERN DI ATTACCAMENTO
Alla luce della visione di questo docufilm, ci siamo chiesti e chieste se un legame di attaccamento può superare la distanza tra specie differenti e lontane come uomini e molluschi?
Tutti abbiamo sentito parlare di pet-therapy. Qualcuno di noi l’avrà anche praticata come clinico o come destinatario o avrà valutato l’opportunità di un animale di compagnia per i propri pazienti o per i propri figli in difficoltà.
Nelle sue fasi iniziali, l’applicazione della pet-therapy ha interessato ambiti specifici e ultra specialistici, tra cui quello psichiatrico e quello della disabilità grave, fisica o/e neurologica (in primis pazienti autistici e infartuati gravi). I settori socio assistenziali che vedono l’attivazione di interventi assistiti con gli animali (IAA) sono oggi i più svariati: case di riposo, ospedali, comunità di recupero, carceri, centri per persone diversamente abili o con patologie psichiatriche.
La pet-therapy in Italia
La pet-therapy ha iniziato a muovere i primi passi in Italia negli anni ’80 dello scorso secolo.
Da allora il ricorso agli animali per alcuni percorsi cura e di riabilitazione ha imposto, a livello nazionale e internazionale, la stesura di una carta dei diritti a loro salvaguardia e una riflessione su valori e principi della pet relationship. A titolo di esempio, ricordiamo: la Carta di Modena (2002), le linee guida pubblicate dalla regione Veneto (2005), il documento pubblicato dal comitato nazionale per la bioetica in riferimento all’impiego di animali in attività correlate alla salute e al benessere umani (2005), le direttive dell’AHAIO scaturite nell’undicesima conferenza mondiale sulle interazioni uomo-animale (Tokyo, 2007), il Piano Nazionale Integrato 2015-2018 sugli IAA pubblicato nel 2016 dal Ministero della Salute.
Ma che cosa intendiamo quando ci riferiamo alla pet-therapy?
L’espressione pet-therapy è un neologismo di origine anglosassone, che sta, letteralmente, a indicare la terapia dell’animale da affezione (pet è l’animale domestico).
Ma la nostra esperienza clinica ci ha dimostrato che forme di supporto e stabilizzazione emotiva, di interazione e corrispondenza affettiva possono avere luogo non solo con i più diffusi animali domestici come i cani e i gatti ma anche con animali che sarebbe difficile definire ‘pet’: cavalli, asini, maiali, scimmie, anatre, pitoni, tartarughe e molti altri insospettabili animali si sono mostrati capaci di essere ottimi nostri co-terapeuti.
My Octopus teacher ce lo dimostra documentando la storia di legame e di attaccamento tra un uomo e un mollusco.
Il film rappresenta così un esempio straordinario di come la disponibilità verso l’altro e il desiderio di aprirsi alla relazione possa permettere uno scambio dialogante e la nascita di un attaccamento, nel riconoscimento e nel rispetto delle reciproche diversità, anche tra esseri che appartengono a mondi biologici tanto diversi e lontani tra loro.
All’interno della storia di legame con la polpa, Craig prova emozioni – gioia, amore, dedizione, dolore, preoccupazione, paura della perdita e lutto – e mette in atto comportamenti di protezione e di tutela, di accudimento e di cura. Il regista-protagonista arriva a comprendere intimamente il mollusco, vi si rispecchia, ne legge e ne comprende stati e comportamenti e le riprese rivelano senza alcun dubbio che anche il mollusco si sente, a suo modo, legato a quell’uomo.
Sally: una tartaruga co-terapeuta IEP
La visione di questo docufilm è risultata per me tanto più significativa ed emozionante perché da 17 anni ho un profondo legame con la mia tartaruga d’acqua. Quando Sally mi fu regalata, ancora piccolissima, destò in me curiosità e meraviglia. La sua presenza nel grande acquaterrario, che portai nel mio appartamento, mi permise un’attenta osservazione fenomenologica quotidiana e sollecitò in me un’attività di ricerca e di studio su questa specie animale, sulla quale ho ormai imparato moltissimo. E dopo qualche anno la introdussi per la prima volta nella psicoterapia di un bambino inserito in una comunità per minori. Sally si rivelò una valente e preziosissima co-terapeuta. Durante le sedute le interazioni fra il mio piccolo paziente e Sally aprirono la via perché io riuscissi a comprendere le sue emozioni profonde, i suoi vissuti, i suoi non detti. Da allora, in alcuni percorsi terapeutici con bambini e adolescenti, che ritengo ne possano beneficiare, inserisco la presenza di Sally e ogni volta la mia co-terapeuta rettiliana mi dimostra quanto curativi e benefici siano le esperienze di interazione e contatto, il rispecchiamento di sensazioni corporee, l’attribuzione di emozioni, che si sprigionano in questi incontri.
Silvia Pittini – Psicologa Psicoterapeuta Specialista in Psicoterapia dell’adolescenza
Consulente IEP
Approfondimenti sul tema
Per chi volesse approfondire il tema del contributo che tartarughe e non solo possono dare alla terapia, si rimanda a Un’insolita esperienza di pet-therapy: animali a sangue freddo riscaldano lo spazio di cura, Anno XXVII n. 52, Aprile 2014, rivista Tecniche Conversazionali.
Per chi volesse approfondire le proprie conoscenze scientifiche sui cefalopodi e scoprirne l’intelligenza superiore, si consiglia la lettura dei seguenti testi.
Altre Menti (titolo originale Other Minds. The Octopus, the Sea and the Deep Origins of Consciousness), di Peter Godfrey-Smith, professore di Storia e di Filosofia della Scienza presso l’Università di Sydney, edito da Adelphi (2018). All’interno del testo l’autore sottolinea quanto l’incontro con un essere alieno intelligente ci costringe ad attribuire attività mentali e forme di coscienza ad animali lontani dall’essere umano nell’albero della vita.
Una tale esperienza – afferma Godfrey-Smith – può fare vacillare alcune delle nostre certezze sulla coscienza umana. E costituisce con ciò una forma elevata di autoeducazione e un’opportunità per apprendimenti nuovi.
Ambienti animali e ambienti umani. Una passeggiata in mondi sconosciuti e invisibili, edito da Quodlibet (2013) è stato scritto da Jakob von Uexkull nel 1933, considerato fondatore dell’etologia contemporanea e precursore dell’ecologia. L’autore riteneva che la struttura ontologica di un animale coincide con il suo «essere nel rispettivo ambiente» tanto da sostenere che la comprensione degli animali non possa prescindere dalla necessità di accedere ai loro contesti di vita.
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