Le esperienze traumatiche hanno spesso l’effetto di affliggere il modo con cui ci relazioniamo con le persone vicine: familiari, colleghi, amici. A volte tendiamo a richiuderci eccessivamente in noi stessi creando una barriera impenetrabile agli altri; a volte diventiamo invece completamente dipendenti dalla presenza, dalle opinioni e dalle reazioni degli altri, finendo spesso per subire l’invadenza e le intrusioni degli altri nella nostra vita personale.
In entrambi i casi si tratta in realtà dello stesso problema: abbiamo perso la capacità di tracciare i giusti confini tra noi e gli altri e abbiamo così perso la distanza ottimale che ci consente di avere relazioni positive ed efficaci.
Questo esercizio servirà a rendervi più consapevoli di come avete tracciato i vostri ‘confini relazionali’ e, se necessario, vi aiuterà a migliorarli.
Esecuzione
Avete bisogno di:
- 1 foglio bianco tipo A4
- alcuni post-it
- 1 vostra foto possibilmente di primo piano
- piccoli frammenti/elementi di materiale facilmente reperibile in casa
- pennarelli di più colori
- forbici
- colla.
Incollate la vostra foto al centro del foglio o, se preferite, fatene una fotocopia, ritagliatela in modo che si veda solo la vostra figura o il vostro viso e incollatela (sempre al centro del foglio). Se non riuscite a reperire una vostra foto, scrivete ‘IO’ al centro del foglio, abbastanza in grande e con il pennarello del colore che preferite.
Tracciate ora un grande cerchio attorno alla foto: dovrà essere a circa metà strada fra la vostra immagine e i bordi del foglio.
Passate della colla lungo la circonferenza che avete tracciato e incollateci sopra il materiale che avrete trovato in casa o in ufficio e che rappresenterà il confine del vostro ‘spazio privato’.
Nel scegliere questi materiali sentitevi liberi di valutare qualsiasi cosa vi sembri adatta allo scopo: chicchi di riso o maccheroni di pasta (crudi, si intende…), cotone idrofilo, cartone ricavato da vecchie scatole, carta increspata ecc. Insomma qualsiasi cosa vi ispiri.
Pensate ora alle persone che in questo momento sono importanti nella vostra vita e scrivete i loro nomi, magari usando pennarelli di colore diverso, su tanti piccoli post-it (o anche semplici foglietti di carta che poi attaccherete con dello scotch).
Ora appiccicate i foglietti con i nomi tutto intorno alla vostra foto centrale: chi al di qua, chi al di là del ‘confine’ che avete appena costruito, a seconda di qual è la distanza relazionale fra voi e loro in questo momento della vostra vita. All’interno del confine del vostro spazio privato o all’esterno di esso.
Potete anche rappresentare le differenze fra coloro che sono dentro e coloro che sono fuori il confine: attaccando più o meno vicini alla foto i primi e più o meno lontani dal confine i secondi.
Quando avete finito, guardate il risultato e pensate se vorreste che qualcosa cambiasse in quelle collocazioni che riguardano il presente: magari vorreste mettere fuori qualcuno che è dentro, o portare dentro qualcuno che è fuori o, anche, diminuire o aumentare la vicinanza di quelli che sono dentro, oppure diminuire o aumentare la lontananza di quelli che sono fuori.
Dove vi piacerebbe che stessero le persone rappresentate da ogni post-it?
Quando avrete deciso, cambiate il posto ai vostri foglietti e collocateli dove vi piacerebbe che stessero, rispetto ai confini del vostro ‘spazio privato’.
Continuate, finché il quadro d’insieme non vi soddisfa e, quando avrete finito, scegliete un posto dove conservare il vostro lavoro.
Commenti
Questo esercizio vi può dire molto sulla natura dei confini che mettete fra il vostro sé e gli altri.
Osservate il materiale che avete scelto: è un materiale morbido? È duro? È poroso o impermeabile?
Avete tracciato un confine alto o basso? Continuo o intermittente?
Queste valutazioni vi aiuteranno a diventare più consapevoli del tipo di barriera che protegge il vostro sé: troppo rigida, troppo cedevole, costante, frammentaria.
Anche l’aver avuto difficoltà a trovare il materiale adatto può essere segno di una certa indecisione e fatica nel trovare il modo giusto in cui proteggere il vostro ‘spazio privato‘.
Quando poi riguarderete il vostro lavoro a distanza di tempo, avrete la possibilità di verificare se e quanto anche nella realtà (come nel gioco dello spostamento dei post-it) siete riusciti a migliorare la distanza relazionale fra voi e le persone che avevate indicato.
Volete farci partecipi dei risultati di questo esercizio o volete discuterne con noi?
Scriveteci a: staff@psicotraumatologia.org
E, se potete e volete, inviateci una copia del vostro disegno: lo inseriremo – rigorosamente anonimo – in una bacheca dove stiamo raccogliendo le vostre ‘tracce di confine’ insieme ai nostri e ai vostri commenti sugli aspetti più significativi che ne sono emersi.