Lo IEP era presente al XV Campo Scuola degli Psicologi dell’ Emergenza Urgenza dal titolo Promuovere la resilienza tra i soccorritori presso il Campo della Protezione Civile del Trentino a Rovereto, che si è svolto dal 19 al 21 maggio 2023.
Psicologi per i popoli, un campo scuola di tre giorni
Le tre intense giornate di formazione si svolgono in presenza, secondo il format storico disegnato dall’Organizzazione di Psicologi per i Popoli, che vede la presenza di oltre cento iscritti da tutta Italia per confrontarsi, formarsi e proporre nuove prospettive d’intervento. (Qui l’articolo completo)
Il contributo IEP
Quest’anno il Campo, che ogni anno riunisce tutte le associazioni che si occupano di psicologia della e nella emergenza, ha scelto come titolo un tema molto caro a noi dello IEP: Promuovere la resilienza tra i soccorritori ed è stato un grande onore ricevere dalla Presidente della Società Italiana di Psicologia dell’Emergenza e Urgenza, nonché Presidente della Federazione di Psicologi per i Popoli, d.ssa Donatella Galliano, l’invito a tenere una delle lectio previste per la sessione plenaria del Campo e uno dei laboratori esperienziali in programma.
La dottoressa Rita Erica Fioravanzo, presidente IEP, ha presentato il modello di intervento dell’Istituto di Psicotraumatologia e Stress Management nella lezione di sabato mattina e nel pomeriggio ha condotto, insieme alla dottoressa Antonella Postorino un laboratorio sulla prevenzione delle aggressioni nel personale del soccorso.
Sia la lectio di sabato mattina, che presentava il Modello IEP di supporto agli operatori sanitari dell’emergenza urgenza lombarda, sia il laboratorio sul tema della prevenzione e gestione delle aggressioni rivolte ai sanitari dell’emergenza urgenza hanno suscitavano molto interesse e partecipazione.
Diamo i numeri?!
Secondo stime SIMEU, il 100% del personale medico e infermieristico che lavora in area EMERGENZA URGENZA ha subito almeno una volta violenza fisica o verbale. L’INAIL stima una media di 13/24 aggressioni al giorno, cui si aggiungono tutte quelle non denunciate o ritenute ‘non rilevanti’ dalle operatrici e dagli operatori stessi.
Il fenomeno (dichiarato) riguarda gli uomini per il 29% e le donne per il 71%.
Le statistiche accertano che il fenomeno investe tre volte tanto il mondo sanitario rispetto a quello industriale. La manifestazione più evidente è di solito una molestia o minaccia (soprattutto verbale ma anche fisica), generata soprattutto da una percezione di delusione (15%) e al sentirsi indifesi o indifese (15%); seguono un senso di umiliazione (9%), angoscia (7%), paura (6%) e rabbia (2%).ATTENZIONE: La divisa che indossate può proteggervi ma anche fungere da effetto scatenante (soprattutto per gli infermieri e le infermiere dei mezzi di primo soccorso, per il personale appartenente a minoranze, giovane o donna; rischio inversamente proporzionale in base al livello di esperienza).
Quali i fattori di protezione?
La qualità dell’ambiente di lavoro, la rete di mutuo supporto, le strategie di coping positivo.