Talvolta, nelle professione di aiuto può subentrare una ‘fatica’ per cui non si è più in grado di sopportare la sofferenza altrui, laddove invece il ‘cuore’ di tali professioni sta proprio nella soddisfazione che deriva dall’essere competenti e fare bene il proprio lavoro. Dopo l’autoefficacia, ecco il nuovo tema del mese affrontato dal team IEP con le sale operative e sedi 118 e 112: nutrire la compassion satisfaction per non lasciarsi imprigionare dalla compassion fatigue.
Spunti e consigli a cura di Veronica Cortinovis e Claudia Cornali
Consulenti IEP
«Oggi mordo.»
(Mafalda, protagonista dell’omonima striscia a fumetti realizzata dall’argentino Quino).
La Compassion Satisfaction è il lato positivo delle professioni di cura, la soddisfazione che deriva dal sentirsi competente e in grado di svolgere bene il proprio lavoro. Comprende anche la sensazione piacevole di aiutare gli altri attraverso il proprio operato.
È importante tenere monitorato questo livello di soddisfazione per non cadere nella Compassion Fatigue, che è quella condizione, purtroppo diffusa nelle professioni di aiuto, di non poter più sopportare la sofferenza altrui con la conseguente perdita di pazienza e empatia verso le e gli utenti/pazienti.
DALLA COMPASSION FATIGUE…
Vediamo anzitutto in cosa consiste e come si manifesta la Compassion Fatigue.
- Percezione del lavoro come sempre pesante.
- Sensazione di confusione o di poco controllo sul proprio operato.
- Rabbia, cinismo, oscillazioni dell’umore, irritabilità, scoraggiamento nei confronti dell’utente.
- Senso di vuoto, disorientamento, perdita di fiducia in sé stessi/e.
- Difficoltà a concentrarsi o eccessiva attenzione ai dettagli, pessimismo.
- Insonnia o problemi di sonno, alimentazione sregolata, abuso di farmaci o alcol, ipervigilanza.
- Ritiro, isolamento e sensazione di non essere compreso/a.
- Bassa tolleranza e irritabilità versoi colleghi e le colleghe.
- Sentirsi di continuo sopraffatti.
… ALLA COMPASSION SATISFACTION
Quali sono invece i comportamenti e le manifestazioni che contrastano la fatica e promuovono la Compassion Satisfaction?
- Percezione del lavoro come passione.
- Capacità di cura empatica.
- Soddisfazione nell’andare al lavoro.
- Capacità di rapportarsi con pazienti e utenti in crisi.
- Sensazione di controllo sul proprio operato.
- Sensazione di poter contare sul supporto di colleghi/e e familiari.
- Resilienza e capacità di fronteggiare lo stress.
- Sensazione di buon equilibrio vita-lavoro.
- Voglia di stare con gli altri.
LA MINDFUL SELF-COMPASSION
Una tecnica utile per la Compassion Satisfaction è la Mindful Self-Compassion.
È una tecnica di rilascio dello stress negativo che consente di rivolgere a noi stessi/e quell’attenzione, vicinanza, affetto, comprensione che ci vengono naturali nei confronti di una persona cara o un altro essere umano in un momento di forte disagio o di sofferenza, ma che più difficilmente rivolgiamo a noi stessi/e quando siamo noi a trovarci in una situazione simile.
IMPARARE LA SELF COMPASSION
La Self Compassion è una capacità molto importante per il nostro benessere che possiamo apprendere, allenare e sviluppare.
Ci sono tecniche di liberazione dallo stress accumulato, che possono servire per la ‘manutenzione’ del proprio benessere a livello fisico e mentale.
Strumenti semplici ed efficaci che hanno la duplice finalità di creare uno spazio di decompressione nel momento in cui li si esegue ma anche di lasciare un ‘saper come fare’ per prendersi quotidianamente cura di se in modo regolare e consapevole sia sul lavoro che a casa.
I CONSIGLI IEP
Sul tema, un consiglio di lettura è La self-compassion. Il potere dell’essere gentili con se stessi di Kristin Neff (ed. italiana a cura di Gina Siddu Pilia, per Franco Angeli Editore).