Mai come nell’ultimo anno si è sentito parlare di resilienza. Mai come ora ciascuno e ciascuna di noi può sentire il bisogno di rinforzarla. Ed ecco che, come abili costruttori di ripari, possiamo prenderci cura della nostra ‘piccola casa’ della resilienza! Per resistere alle avversità e preservare la nostra integrità. Giorno dopo giorno. Un esercizio anti-stress che è metafora e strumento di resilienza. Vediamolo.
Il termine resilienza è ormai ampiamente diffuso e viene utilizzato in molti ambiti: in generale indica la nostra capacità di affrontare le sfide difficili della vita riuscendo a sopravvivere, superarle, trarne insegnamento e proseguire. La resilienza può riguardare il singolo individuo, la famiglia, una comunità o anche un’intera civiltà.
Il termine viene dal latino resilire (‘rimbalzare, saltar su, risalire’) e indica appunto la capacità di ritrovare forza e obiettivi per procedere nel nostro cammino di vita.
COMPILARE LA PROPRIA CASITA DELLA RESILIENZA
Con questo esercizio proveremo a diventare più consapevoli degli elementi che costituiscono e forgiano la nostra resilienza individuale e lo faremo usando un nostro adattamento di un’idea di un celebre sociologo belga, Stefan Vanistendael: la Casita della resilienza.
La Casita raffigura noi stessi attraverso la metafora di una casa, nella quale trovano posto i fattori che, insieme, definiscono la nostra resilienza.
I FATTORI DI RESILIENZA
- Il TERRENO che con solidità deve reggere la casa.
Esso rappresenta la nostra capacità di aver cura di noi stessi e stesse, del nostro corpo, dei nostri bisogni di base. - Le FONDAMENTA che danno stabilità alla casa.
Esse rappresentano i valori fondamentali in cui crediamo, ciò che è per noi non negoziabile, imprescindibile per sentirci bene con noi stessi. - Il GIARDINO che circonda la casa e che la connette con l’esterno.
Esso rappresenta i nostri incontri importanti, le nostre relazioni interpersonali che contano. - Il SALONE AL PIANO TERRA che è il cuore della casa.
Esso rappresenta il senso che diamo alle cose che facciamo, il perché del modo in cui viviamo. - Le STANZE DEL PRIMO PIANO che possiamo adibire a tante cose e arredare in tanti modi.
Esse rappresentano le mie attitudini, le mie competenze, le mie capacità acquisite o innate. - E infine, il SOTTOTETTO, il luogo dove un tempo, nelle case contadine, veniva conservato il fieno che sarebbe stato utilizzato durante l’inverno successivo.
Nella nostra Casita della resilienza, esso rappresenta il luogo rivolto al futuro, dove riporre i sogni e le aspettative di ciò che vorremmo fare un domani, appena ne avremo la possibilità.
ESECUZIONE
Ecco cosa ti serve:
- 1 stampa della Casita (scarica qui il pdf)
- penna o pennarello
Scarica e stampa lo schema vuoto della Casita della resilienza (QUI).
Compilalo con una descrizione di te in questo momento della tua vita.
Aiutati seguendo la traccia delle seguenti domande.
Com’è il terreno dove sorge la tua Casita?
Scrivi nello spazio riservato al terreno le cose positive che fai per far star bene il tuo corpo.
Ti occupi del tuo benessere fisico?
Fai regolarmente esercizio?
Ti alimenti in maniera sana?
Dormi il giusto numero di ore?
(siate sinceri con voi stessi, mi raccomando!)
Come sono le fondamenta della tua Casita?
Scrivi nello spazio destinato alle fondamenta i tuoi valori basilari.
Che cosa è per te fondamentale?
Quali principi guidano le tue scelte e i tuoi comportamenti?
Com’è il giardino della tua Casita?
Indica nello spazio che rappresenta il giardino le relazioni che in questo momento sono veramente significative per te.
Chi conta davvero per te?
Chi ti fa stare realmente bene?
Che cosa c’è nel tuo salone al piano terreno?
Qui scrivi ciò che dà senso a ciò che stai facendo in questo momento della tua vita.
Che cosa dà significato alla tua vita ora?
Cosa ti sprona?
Quale è per te uno scopo?
Che cosa c’è nelle tue stanze del primo piano?
Riempi i rettangoli blu che le delimitano tutte ciò che ti caratterizza nell’agire.
Quali sono le tue abilità?
Quali le tue propensioni?
In che cosa manifesti meglio le tue capacità?
E infine, eccoci al tuo sottotetto.
Scrivi tutti i tuoi progetti nel tuo solaio!
Quali sono i tuoi sogni nel cassetto?
Quali i desideri che non hai ancora realizzato?
Che esperienze vorresti fare appena se ne presentasse l’occasione?
Quando hai finito di riempire la tua Casita della Resilienza, rileggi tutto ciò che hai scritto.
Se pensi che qualche parte di essa possa essere rinforzata, datti degli obiettivi da perseguire ma, mi raccomando, sempre un passo alla volta!
E POI?
Fra qualche mese, riprendi in mano questo esercizio anti-stress e osserva.
Cosa sarà cambiato di ciò che oggi hai scritto?
Potrai allora aggiungere o togliere quel che serve: la resilienza è un processo sempre in divenire, non è un tratto genetico.
La resilienza è l’esercizio quotidiano di cogliere in qualsiasi cosa di doloroso ci accada un’occasione per riparare e rinforzare la nostra Casita interiore.
Parola del team IEP al completo.
There is a crack, a crack in everything. That’s how the light gets in.
Leonard Cohen, Anthem 1992