Questo esercizio vi rivelerà qualcosa dei vostri meccanismi di stress coping e, se siete stati colpiti da un evento traumatico la cui memoria vi angustia tutt’ora, vi aiuterà a creare una strategia per avere più controllo e saper meglio gestire i ricordi penosi di quell’evento.
I meccanismi di stress coping sono tutte le strategie che autonomamente mettiamo in atto per far fronte a uno stress acuto o traumatico.
Sono risposte del nostro organismo e della nostra psiche, sia spontanee sia apprese, che vanno da alterazioni biofisiche a modificazioni del normale comportamento, ma che servono allo scopo di ‘sopravvivere’ psichicamente agli effetti di un grave stress potenzialmente patogeno.
Questi meccanismi, anche se a volte possono sembrare strani o ‘disturbanti’ hanno tutti un obiettivo vitale: difenderci e proteggerci dalle conseguenze dannose del trauma subito.
Tuttavia, in alcuni casi, questo bisogno difensivo diventa così massiccio da costituire esso stesso un ostacolo alla ripresa di una vita normale.
Ad esempio, per evitare di ritrovarsi in condizioni analoghe a quelle che hanno generato il trauma, una persona potrebbe smettere di andare in auto dopo un incidente o di avere rapporti sessuali dopo essere stata vittima di stupro o di stare in luoghi affollati dopo essere stata evacuata da un edificio in fiamme.
È perciò importante che i nostri meccanismi di coping siano sì efficaci, ma anche flessibili e adattabili all’evoluzione del processo di elaborazione del trauma e ai cambiamenti che avvengono con il passare del tempo.
I meccanismi di coping migliori sono quelli adatti alla nostra personalità e al nostro stile di vita: a volte sono quelli che adottiamo spontaneamente in situazioni di stress; ma a volte, invece, insistiamo a fronteggiare i momenti critici con modalità utilizzate che non sono più adeguate o che hanno già fallito nel proteggerci in passato.
È perciò importante sia esaminare i meccanismi di stress coping che si hanno già sia apprenderne di nuovi. Questo è l’obiettivo del esercizio: seguite le istruzioni e lo sperimenterete voi stessi.
Esecuzione dell’esercizio
- Prendete un foglio di carta abbastanza grande (almeno di dimensioni di un foglio da lettera) e una matita (e, se vi piace, anche dei colori).
- Pensate a un evento traumatico o situazione stressante che avete vissuto in tempi relativamente recenti.
Un consiglio: la prima volta che si fa questo esercizio, è preferibile non scegliere vicende accadute nella propria infanzia.
- Date a questo evento una forma: potrà essere la forma riconoscibile di cose o persone o una forma astratta che lo rappresenti simbolicamente o semplici linee o colori. Qualsiasi rappresentazione scegliate va bene se è quella che è apparsa nella vostra mente ripensando al fatto: quindi, disegnatela o dipingetela sul foglio.
- Quando avete finito, pensate di mettere questa ‘cosa’ in un contenitore sicuro: qualcosa, cioè, che la contenga e che abbia un sistema di apertura/chiusura del quale solo voi conoscete il funzionamento.
- Disegnate o dipingete questo contenitore e il suo sistema di accesso.
- Adesso immaginate un luogo dove il vostro contenitore già si trova o dove volete portarlo e disegnatelo: può essere un luogo fisico reale, ma anche uno spazio astratto, un posto che conoscete bene o un luogo di fantasia. L’importante è che sentiate che quello è il posto giusto per il vostro contenitore e che lì è al sicuro.
- Fate un passo indietro e guardate il vostro disegno nell’insieme.
Prendetevi del tempo per osservare il vostro disegno e per rifare il percorso che avete appena compiuto, ma al contrario: immaginate di raggiungere quel luogo, trovare il contenitore e controllarne la serratura. Lì dentro c’è il vostro ricordo: chiuso e sicuro.
Commenti
Questo esercizio non cancellerà i ricordi penosi di quell’evento (dimenticare eventi del genere è impossibile o controproducente perché non ci aiuta a sviluppare consapevolezza e resilienza), ma vi permetterà di non farvi invadere da memorie penose sulle quali non avete più controllo.
Quando vi sentirete più forti e sicuri, potrete riaffrontare quei ricordi e rielaborarne il significato nella vostra vita.
Anche le caratteristiche del vostro contenitore e del luogo dove lo avete posizionato possono darvi indicazioni preziose sulla specificità dei vostri meccanismi di coping.
Vi riconoscete nella scelta del contenitore e del luogo?
Riconoscete nelle vostre scelte qualche aspetto che gli altri spesso rilevano in voi?
Vi suggeriamo di conservare il vostro disegno, sarà interessante riguardarlo fra qualche anno e pensare se lo ridisegnereste ancora così: i meccanismi di coping cambiano con il tempo e con le esperienze di vita che facciamo.
Volete farci partecipi dei risultati di questo esercizio o volete discuterne con noi?
Scriveteci a: staff@psicotraumatologia.org
E, se potete e volete, inviateci una copia del vostro disegno: lo inseriremo – rigorosamente anonimo – in una bacheca dove stiamo raccogliendo i vostri ‘contenitori sicuri’ insieme ai nostri e ai vostri commenti sugli aspetti più significativi che ne sono emersi.