Grazie al finanziamento di un Bando per il Terzo Settore di Regione Lombardia una équipe composta da due psicoterapeute transculturali e da una psicotraumatologa del team IEP ha seguito un gruppo di 15 donne immigrate (sole o con figli a carico) in un percorso di empowering e di riconoscimento e sviluppo delle proprie competenze in funzione della ricerca di un lavoro, con un occhio di riguardo al proprio specifico personale. Ecco il progetto in breve.
A cura di Chiara Dragoni
Psicologa clinica e psicoterapeuta transculturale IEP
Il Bando
Colloqui di identificazione e empowerment delle competenze lavorative in donne immigrate sole con figli a carico.
Iniziativa id 2295973 approvata e finanziata con DDUO n. 16298/2020 da MLPS attraverso RL
Migrazioni, vulnerabilità e sostegno:
il ruolo IEP
Lo IEP collabora da anni con centri di accoglienza nel territorio lombardo per offrire sostegno psicologico ai migranti in condizioni di particolare vulnerabilità a causa dei traumi subiti nei Paesi di origine o durante il viaggio migratorio.
In particolare le donne che affrontano il resettlement o il viaggio migratorio da sole e spesso con figli piccoli al seguito hanno maggiori difficoltà di integrazione e la ricerca di un’occupazione dignitosa e duratura diventa ancor più difficoltosa a causa del loro ruolo monoparentale, della mancanza di una rete familiare di sostegno per l’accudimento dei bambini e di strutture pubbliche che accolgano i figli negli orari di lavoro richiesti alle madri.
Empowerment al femminile
Il progetto dello IEP che ha ottenuto il finanziamento del Bando per il Terzo Settore di Regione Lombardia si basa sull’offrire a circa 15 donne migranti sole con figli un percorso che le aiuti a sviluppare adeguate capacità e ad accrescere le competenze utili nel processo di ricerca lavoro.
La proposta IEP
Il percorso è avvenuto attraverso una selezione delle candidate idonee a questo programma e una serie di colloqui individuali svolti dalle psicoterapeute transculturali dello IEP, dott.ssa Chiara Dragoni e dott.ssa Carola Maragnoli e dalla direttrice scientifica dello IEP dott.ssa Rita Erica Fioravanzo, specialista in psicotraumatologia.
La proposta è stata fin da subito ben accolta e usufruita dalla rete di strutture di accoglienza di cui lo IEP è da anni partner che hanno indirizzato molte loro ospiti in difficoltà a questo progetto.
Gli obiettivi IEP
Gli obiettivi specifici di questi percorsi individualizzati sono stati:
- Aiutare le donne in un processo di empowerment e attivazione delle proprie competenze verso il mondo del lavoro.
- Combattere stereotipi culturali di provenienza che le relegano tradizionalmente solo al ruolo di mogli-madri o di addette alle cure domestiche.
- Far valere nel processo di integrazione le aspettative e i bisogni delle donne.
- Aiutare il sistema dell’accoglienza a dare delle risposte concrete e specifiche per la popolazione migrante femminile al fine di promuovere accordi improntati alla gender-equity anche in questo settore
L’équipe IEP e l’ottica transculturale
La nostra équipe, composta da due psicoterapeute transculturali e da una psicotraumatologa, ha inserito nel progetto 15 donne e ha potuto seguire fino a conclusione del percorso 10 di loro, di varie nazionalità (Angola, Sierra Leone, Nigeria, Algeria, Eritrea, Azerbaijan, Burkina Faso) e di età fra i 21 e i 42 anni, raggiungendo dei buoni risultati in termini di empowerment personale e professionale, ridefinizione del proprio ruolo di madre lavoratrice, maggiore proattività e investimento di tempo nella ricerca attiva del lavoro e di soluzioni familiari efficaci.
Il progetto ha permesso non solo di aiutare le donne in un processo di miglioramento delle autonomie personali, ma anche di sostenere le équipe di operatori della rete territoriale di accoglienza a effettuare una rilettura transculturale dei bisogni e desideri espressi da queste donne al fine di ampliare le possibilità della loro inclusione lavorativa al di là dei ruoli convenzionalmente a loro deputati (colf, badante) che spesso soffocano capacità e attitudini differenti e ben spendibili in altri ruoli lavorativi.
[Dopo la partecipazione di Mirjam – il nome è di fantasia – al progetto IEP] abbiamo trovato una donna molto più consapevole della sua situazione e delle difficoltà di essere una madre single straniera in Italia, tanto da condividere le sue preoccupazioni sul futuro con noi e chiederci se è possibile inserirla in un progetto di accoglienza mamma-bambino.Ci ha riportato che il percorso che ha fatto con voi l’ha aiutata ad acquisire questa consapevolezza e a capire cosa vuol dire essere qui: in un certo senso – ci ha detto – è come se fosse arrivata in Italia da poco perché per tanto tempo ha vissuto in una sorta di ‘sogno’ in cui non vedeva come era la realtà.
Riteniamo importantissimo l’accompagnamento IEP in questa fase così delicata per lei. Nei prossimi mesi la sosterremo nella ricerca del lavoro e apriremo un’interlocuzione con il servizio sociale per la costruzione del progetto d’uscita.
(A.R. responsabile della rete territoriale di accoglienza)
Ci auspichiamo che questi semi transculturali, innovativi e gender-sensitive che abbiamo piantato contribuiscano a diffondere positivamente una cultura dell’inclusione e dell’equità sociale.
Ringraziamenti
Ringraziamo la DG Famiglia, Solidarietà sociale, Disabilità e Pari Opportunità della Regione Lombardia per aver approvato e finanziato la nostra Iniziativa.
Chiara Dragoni Psicologa clinica e psicoterapeuta transculturale IEP